Link alla foto panoramica e dinamica della mostra: http://thomaskrueger.eu/work/incantations/
La
mostra raccoglie una selezione di disegni, dipinti e opere digitali eseguiti
dal 2008 al 2011.
Sono
esposte anche alcune acqueforti e acquetinte dei primi anni ’70.
I
dipinti sono indicati come narrazioni rituali e le opere digitali come testimonianze di installazioni
virtuali.
Narrazioni
rituali. I disegni e i dipinti esposti sono elaborazioni delle
tematiche espressive avviate alla
fine degli anni ’60. La ricerca, ricca di frammenti narrativi dal forte
contenuto simbolico, si svolge come una navigazione epica nelle profondità dei
luoghi della sua giovinezza. Incontra mondi fantastici abitati da figure che
esprimono i comportamenti cerimoniali del quotidiano sopravvivere, declinati
tra gioia e disappunto con modalità ieratiche sulle tracce della pittura
vascolare arcaica.
La
tecnica che usa negli ultimi 13 anni consiste nell’utilizzare come superficie
di lavoro riproduzioni tipografiche cartacee di dimensioni medio piccole. Su di
esse con cancellazioni, sovrapposizioni e trasparenze, disegnando e
cromatizzando con tecniche miste,
sviluppa temi e soggetti anche con
porzioni dell’immagine originale.
In
mostra ci sono anche i lavori che definisce “minimal” fatti su manifesti
pubblicitari in cui privilegia un segno sinuoso e sintetico da cartografo
medioevale.
Testimonianze
di installazioni virtuali. Le opere digitali hanno preso avvio nel
1999 come sperimentazioni cromatiche applicate a fotografie e a scansioni di
soggetti vari. In seguito ha inserito una figurazione virtuale nelle immagini
delle fotografie fatte su porzioni del contesto urbano.
Ogni
lavoro è il “frame” di un evento legato prevalentemente alla percezione emotiva
di luoghi e istanti della città. L’incontro tra la luce e la metamorfosi
dell’epidermide urbana è potenziato attraverso la filtratura di un prisma
vetroso e specchiante interposto tra l’evento e l’osservatore. Il prisma, in
varie fogge, ha il compito di raccogliere suggestioni e a volte, come nel caso
dei telai prismatici di neon, lo troviamo incastonato nella scena per
evidenziarne una parte in senso tridimensionale o per contribuire ad una azione
dinamica. Di recente ha avviato un progetto di “performance” sulle ombre in cui
il prisma diventa un patchwork che applicato come uno sticker a superfici orizzontali o verticali riceve l’ombra di corpi limitrofi. La
linea di ricerca in corso è un’attiva analisi concettuale del nostro habitat
che egli percorre e sviluppa con vertigini percettive e bagliori di leggerezza.
Milano, Aprile 2011
Norma
Carrer
Note
biografiche
Francesco Mian è nato a Riva Ligure (Imperia) il 23 novembre
1942. E’ architetto e consulente artistico in progetti di architettura e
design. E’ docente di rappresentazione alla Scuola di Architettura e Società
del Politecnico di Milano. Vive e lavora a Milano.
Contatti
Studio INCANTATIONS info@incantations.it www.incantations.it
Francesco Mian mian@francescomian.it www.francescomian.it